Progetto Piccola Clara si occupa di raccogliere fondi per sostenere e finanziare progetti di ricerca che il Comitato Maria Letizia Verga e la Fondazione Tettamanti stanno conducendo per la cura della Leucemia Mieloide Acuta in età pediatrica. Attualmente stiamo sostenendo il progetto: ‘Dalla biologia della nicchia midollare fino alle terapie avanzate (CAR) della leucemia acuta mieloide’
La leucemia acuta mieloide (LAM) è un sottotipo relativamente frequente di leucemia. Originata dall’arresto della normale maturazione e dalla incontrollata proliferazione di cellule del sangue chiamate ‘cellule mieloidi’. La malattia colpisce circa 60-70 bambini l'anno in Italia ed è purtroppo gravata da una prognosi ancora decisamente sfavorevole. Infatti, la sopravvivenza libera da malattia dei bambini colpiti da LAM ad oggi è di circa 55-60% a 5 anni dall’esordio di malattia. Il principale obiettivo del presente progetto è studiare la leucemia mieloide acuta (LAM), a partire dall’interazione delle cellule staminali leucemiche con il microambiente del midollo osseo dove risiedono, fino allo sviluppo di terapie avanzate che siano in grado di eliminare definitivamente la malattia.
Molte evidenze scientifiche supportano il concetto che il microambiente midollare (nicchia) giochi un ruolo fondamentale non solo nel mantenimento dell’ematopoiesi normale, ma anche nell’esordio e nello sviluppo di molte neoplasie ematologiche, tra cui la leucemia. Infatti, le cellule leucemiche si insediano nella nicchia midollare e alterano meccanismi importanti nelle cellule ematopoietiche normali, con meccanismi in gran parte sconosciuti, soprattutto per la scarsità di modelli che ne permettano lo studio accurato. Il nostro gruppo ha recentemente creato un nuovo modello che riproduce accuratamente la nicchia midollare umana in vivo e che può quindi essere usato per lo studio dell’ematopoiesi normale e alterata. In particolare, non si è ancora compreso se esista un effetto diretto delle cellule leucemiche sulle normali cellule del midollo osseo o se la nicchia leucemica stessa sia responsabile del danno ematopoietico.
La prima parte del progetto sarà dedicata allo studio delle interazioni tra i blasti di LAM e il microambiente midollare. Il modello in vivo che noi proponiamo potrà offrire l’opportunità di caratterizzare i meccanismi cellulari e molecolari alla base delle interazioni tra il comparto ematopoietico e quello stromale nella leucemia. La comprensione di questi meccanismi potrebbe, inoltre, aiutare ad elucidare i meccanismi che stanno alla base degli esordi e delle ricadute di leucemia acuta. Infine, questo studio offrirà l’opportunità di testare l’efficacia di nuove modalità terapeutiche non solo dirette verso la leucemia primaria, ma capaci anche di interferire con lo stroma di supporto.
A questo proposito, la seconda parte di progetto intende bersagliare la LAM con la tecnologia dei recettori chimerici. Per rendere molto selettiva la capacità di colpire la cellula staminale leucemica (che rappresenta la cellula capostipite da cui origina la leucemia stessa), abbiamo generato un nuovo recettore chimerico specifico per l’antigene CD123, una molecola presente sulla superficie della cellula staminale leucemica. Abbiamo dimostrato che tale recettore, una volta espresso dalle cellule T, è efficace nell’eliminare la cellula mieloide leucemica in vitro e in vivo e, inoltre, assicura un miglior profilo di sicurezza nei confronti del midollo sano rispetto al recettore specifico per il CD33, precedentemente indagato. In modelli animali pre-clinici, l’infusione di cellule modificate con il recettore chimerico anti-CD123 è in grado di eradicare completamente il clone leucemico mentre risparmia le cellule staminali ematopoietiche sane, dimostrando un profilo di bassa tossicità sul midollo ematopoietico non leucemico. E’ necessario proseguire ulteriormente la caratterizzazione di questo modello terapeutico per poter arrivare ad una applicazione sui pazienti con LAM.