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Progetto di Ricerca: Analisi retrospettiva del valore prognostico del monitoraggio della malattia residua minima
(MRM) mediante analisi dell’espressione del gene WT1 nei pazienti pediatrici italiani con leucemia acuta mieloide
arruolati nel protocollo nazionale AIEOP LAM 2002.

La probabilità di guarigione dei pazienti pediatrici con leucemia acuta mieloide (LAM) è purtroppo limitata a circa il
50% con gli attuali protocolli terapeutici. Sebbene la percentuale di cellule leucemiche al termine della prima fase di
terapia (‘induzione’) sia considerato il valore di riferimento per delineare il prosieguo della cura, questo strumento si
rivela in molte occasioni non sufficientemente predittivo della sua efficacia.

Sono pertanto necessarie nuove misure di analisi della risposta al trattamento, con metodi più oggettivi e sensibili, quali
il monitoraggio della ‘malattia residua minima’ (o MRM). Si tratta di utilizzare dei marcatori di malattia con tecniche di
laboratorio avanzate e perfezionate per verificare durante e dopo la terapia l’eventuale persistenza di cellule leucemiche,
perché il loro numero in momenti specifici della terapia è strettamente correlato alla sua efficacia.

Uno dei marcatori di malattia di maggiore interesse è il gene ‘Wilms Tumor’ (o WT1). Tuttavia, la sua utilità come
marcatore per il monitoraggio della MRM è ancora controversa. Il nostro gruppo ha recentemente collaborato
all’identificazione e standardizzazione di una metodica specifica e sensibile, per quantificare l’espressione del
gene WT1, attraverso una serie di controlli di qualità nel contesto di un gruppo collaborativo internazionale
(Monza, Francoforte, Jena e Praga). Tale metodica è risultata riproducibile e applicabile nel contesto di studi clinici
internazionali.

Pertanto, nel laboratorio della Fondazione Tettamanti abbiamo proceduto alla determinazione del gene WT1 all’esordio
di malattia nei pazienti pediatrici italiani affetti da LAM e arruolati al protocollo terapeutico AIEOP LAM 02/01. I
dati ottenuti confermano nel nostro contesto quanto già noto in letteratura: circa il 65% dei pazienti dimostra valori
elevati di questo gene nel midollo osseo rispetto a individui sani. E’ in corso l’analisi statistica definitiva, ma indagini
preliminari confermano, almeno in categorie specifiche di pazienti LAM, il valore prognostico negativo del riscontro di
un livello di WT1 di 100 volte superiore rispetto al valore nel midollo normale.

Obiettivo dello studio qui proposto è utilizzare il metodo di rilevazione da noi standardizzato per monitorare la MRM
durante la terapia di pazienti che esprimono elevati livelli di WT1 all’esordio di malattia. In particolare, l’identificazione
di livelli elevati di WT1 rispetto al midollo normale al termine della fase di induzione può essere utile per identificare
precocemente i pazienti a maggior rischio di ricaduta e quindi meglio definirne la terapia, con l’obiettivo finale di
aumentare le probabilità di efficacia e di cura.

Il responsabile del progetto: Dr.Giovanni Cazzaniga
Centro Ricerca Tettamanti Ospedale San Gerardo Monza

Collaboratori: Dr. Carmelo Rizzari, Dr.ssa Tiziana Coliva
Clinica Pediatrica, Ospedale San Gerardo, Monza.