La vita è un dono che và custodito

febbraio 28th, 2012
il caffe con le infermiere

il caffè con le infermiere

Le mamme e i papà, specialmente, possono capire. Desideri un figlio, lo aspetti e te lo coccoli tra le braccia appena nato. Assisti con sorpresa ai suoi primi progressi, ai primi sorrisi, alle prime parole e ai suoi primi passi… Ascolti nelle lunghe notti i suoi vagiti… Vegli le sue inevitabili (e spesso improvvise) piccole malattie, con l’ansia di chi si rende conto di quanto prezioso e quanto fragile sia quel piccolo essere che ti sta di fronte… Poi, come un fiore, quel piccolo sboccia, inizia ad affacciarsi alla vita con i suoi perché e i suoi percome… Lo prendi per mano, ti prende per mano, e inizi con lui (o con lei) la strada difficile ma entusiasmante per farne un uomo o una donna. Lui, o lei, è un pezzo di te, ma diverso da te. Un lampo di luce che dà senso alla vita. A volte però, questa luce, in maniera assolutamente incomprensibile, inizia a sfocare e a spegnersi. Cosa c’è di più terribile della malattia di un bambino, di quell’essere tanto prezioso e tanto fragile che abbiamo aspettato, cullato e visto crescere? Per un genitore il pensiero di sopravvivere al proprio figlio è inaccettabile, orribile, tremendo. E se non hai fede c’è da impazzire. A Gaggiano capita che una giovane coppia sia alle prese con la malattia, terribile, della propria figlioletta di 4 anni. La diagnosi è spietata: una grave e rara forma di leucemia. Solo un trapianto di midollo la potrà salvare. Ed è una corsa contro il tempo per trovare donatori compatibili. Ma oltre a combattere questa battaglia (che sta mobilitando amici e conoscenti in una commovente catena di solidarietà), proprio in questa famiglia segnata del dolore si fa strada la necessità di non rendere vana la sofferenza: in una lettera inviata ad alcune scuole superiori della zona, chiedono di organizzare degli incontri con i medici dell’Admo (l’Associazione dei donatori del midollo osseo), proprio per rompere il tabù del silenzio. E rendere più coscienti tutti noi, cominciando dai ragazzi, della necessità di farsi carico di queste situazioni. Donare il midollo oggi è possibile, senza danni e paure. Ci auguriamo – anzi: ne siamo certi – che tutto questo possa servire alla piccola; sicuramente potrà servire a molti altri in futuro. Se è vero che la vita è fragile, è altrettanto vero che la vita è un dono che va custodito con il concorso e la responsabilità di tutti.

Di Giuseppe Caffulli
Pubblicato su TuttoGaggiano

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